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Francesca codazzi parla della documentazione professionale
LA DOCUMENTAZIONE COME STRUMENTO PROF.LE DEL SERVIZIO SOCIALE
aspetti teorici, pratici … e amministrativi
… p.d.v. teorico
Il termine documentare deriva dal latino e significa TRASMETTERE IN FORMA SCRITTA
informazioni, notizie PER ACCRESCERE CONOSCENZA, quindi per conoscere qualcosa di
nuovo.
DOCUMENTARE è un insieme di attività e di operazioni CONCRETE per raccogliere e classificare
materiale di vario tipo …
è QUINDI UNA RACCOLTA ORGANICA, RAZIONALE E COMPLETA di tutte le informazioni che
possiamo acquisire, info anche OPERATIVE utili ed utilizzabili per lo svolgimento e la
rappresentazione delle attività prof.li che facciamo.
Da un punto di vista org. e amm.vo, la DOC è un punto nodale delle e nelle istituzioni in riferimento
alle professioni, alle metodologie, alle scelte dei quadri di rif. teorici, per STORICIZZARE IL
LAVORO.
NEL CONCRETO la documentazione può divenire strumento per programmare e verificare l’attività
professionale, per attivare ed attuare un processo di aiuto, per impostare progettualmente le
singole fasi, per sviluppare le funzioni prof.li rispetto ai processi di cambiamento nel/della politica
sociale, dei servizi e delle istituzioni.
INOLTRE, la documentazione è la BASE EMPIRICA per la teorizzazione degli interventi e serve
anche per aggiustare il tiro delle azioni messe in campo.
Detto tutto ciò, va evidenziato che per fare quanto detto SERVE l’elaborazione PUNTUALE della
documentazione per trasformare le info e i dati in materiale riutilizzabile, aggiornabile e quindi
SOCIALIZZABILE.
Infatti SI USA LA SCRITTURA per osservare e per mantenere memoria delle osservazioni fatte
così l’esperienza diventa condivisibile: la documentazione è uno strumento comunicativo….
NELLA PRATICA la documentazione è uno STRUMENTO TRASVERSALE: viene attivato con la
prassi e si correla operativamente con i diversi strumenti utilizzati nella prassi es. quelli del proc. di
aiuto (colloquio/registrazione colloquio, lavoro di gruppo/verbalizzazione, fase del contratto/
redazione del contratto)
Da un punto di vista sia teorico che pratico, possiamo classificare la documentazione del SSP
attraverso diversi sistemi:
1) documentazione di esercizio, operativa, tecnico-prof.le
3) di governo
4) documentazione amm.va
1) DOCUMENTAZIONE OPERATIVA, DI ESERCIZIO – è quella TECNICO PROF.LE
– rappresenta il processo di aiuto, facilita l’individuazione di soluzioni e a tenere sotto controllo
l’intervento prof.le e il progetto di aiuto
– ha funzione di valutazione e monitoraggio, è una guida operativa, documenta l’autoriflessione e
serve per la riflessione condivisa con altri operatori.
– serve per raccogliere i dati, organizzarli e selezionarli in relazione alla situazione e all’obiettivo
dell’intervento (anche in merito alle decisioni da adottare).
– Documentare è anche fare SINTESI operativa che aiuta a dare senso e orientamento e a
lavorare con metodo.
– è quella specifica dell’AS, ad es. cartella di SSP, diari, progetti di aiuto, registrazioni colloqui,
verbali di lavoro con gruppi e comunità, relazioni di varia destinazione (vs interno ed esterno, per il
caso, per l’analisi e valutazione di aspetti particolari del lavoro, delle risorse e dell’ambiente)
mappe delle risorse
2) DOCUMENTAZIONE DI GOVERNO
– riguarda l’organizzazione della struttura in cui è inserito il servizio sociale.
– le info servono per la programmazione e per la valutazione dei progetti,
– ma anche per la programmazione organizzazione e amministrazione dei servizi: risposte
organizzate, dinamiche, flessibili in relazione ai dati rilevati
– comprende dati e informazioni necessarie per l’operatività a livello di coordinamento: regolamenti,
piani, istruzioni, progetti, protocolli operativi
– è utile anche alla politica sociale a livello locale per concorrere alla riorganizzazione dei servizi e
delle prestazioni sulla base delle rilevate, riscontrate e documentate variabili
3) c’è anche una DOCUMENTAZIONE AMM.VA che serve per comunicare informazioni dentro e
fuori l’organizzazione.
possiamo citare le relazioni per proporre l’erogazione di una prestazione o dare l’accesso al
servizio, doc per il lavoro intra ed interprofessionale e interorganizzativo, come i protocolli e le linee
guida che servono per rappresentare il processo di aiuto svolto insieme ad altri professionisti e/o
altri servizi.
da un p.d.v. ORGANIZZATIVO
la documentazione:
– è uno strumento di comunicazione DELLA, PER LA E NELLA ORGANIZZAZIONE che facilita i
processi comunicativi: ha un fine conservativo delle comunicazioni nel tempo
– è strumento di trasparenza dell’azione professionale
– è un mezzo che garantisce la qualità dei servizi
– è utile per il monitoraggio della domanda, dei problemi sociali, degli interventi, dei risultati
– è un mezzo per verificare l’esito delle azioni intraprese
– è memoria e archivio dell’intervento per il professionista
– ha un carattere retrospettivo
– e può facilitare la ricomposizione dei diversi punti di vista
– può dare continuità al lavoro anche in caso di turnover degli operatori
Per il SSP documentare è fondamentale poiché il servizio agisce in un org. amm.va che usa la
forma scritta per trasmettere info, atti, regolamenti.
– va tenuto conto che la documentazione di SSP NON È una variabile indipendente, poiché opera
all’interno di contesti organizzativi e da questi è influenzata: va tenuto conto (come dice Bini 2003)
che nelle organizzazioni di SS vi sono vi sono atti che escludono la componente professionale e gli
atti esclusivamente prof.li
nel SSP la documentazione può FAVORIRE dei PROCESSI
– sia di verifica e di controllo della propria azione: verifica è atto che mette in rapporto situazioni
diverse, oggettiva le cose, descrive i cambiamenti
– sia di valutazione: sviluppa lavoro di analisi e giudizio, mette in gioco la soggettività prof.le,
fornisce giudizi professionali tecnici sui cambiamenti
VERIFICA E VALUTAZIONE RENDONO SCIENTIFICO IL LAVORO PROF.LE e per controllare
che la propria attività risponda ai fini stabiliti e alle attese dei beneficiari degli interventi.
possiamo tenere conto di alcuni STIMOLI PER DOCUMENTARE IN MODO ADEGUATO, utile e…
con risparmio tempo?
1) la FORMA: bisogna tenere a mente che ogni documentazione deve avere un contenuto, un
destinatario (soggetto) e un fine. il linguaggio va adeguato al destinatario per farsi comprendere
adeguatamente
2) CONTENUTO: cosa voglio comunicare o chiedere (registrazioni di colloquio, anamnesi,
rilevazioni diagnostiche, piani, proposte e prog. di lavoro, relazioni, inchieste socio familiari,
consulenze ad altri sogg/enti)
INFO CHIARE, COMPRENSIBILI, CORRETTE, PERTINENTI, IDONEE E ADEGUATE
obiettivo: avere un’efficacia comunicativa e una chiarezza espositiva
3) SCEGLIERE IL MODO e il MEZZO per comunicare in base al destinatario
4) IL FINE: perché scriviamo? perché vogliamo comunicare proprio quel contenuto? qual è la
richiesta e/o lo scopo di ciò che scriviamo (es. informare, analizzare, proporre, istruire pratiche,
raccogliere info predisporre piani di intervento)? IL MODO DI SCRIVERE E IL CONTENUTO
VARIA IN BASE AL DESTINATARIO E AL MOTIVO PER CUI SI SCRIVE
FACCIAMO SINTESI
La documentazione una forma di comunicazione che invece di utilizzare i canali verbali e
analogico usa strumenti indiretti: il vantaggio è di conservare i contenuti comunicativi nel tempo.
Documentare è anche una possibilità di dialogo tra professionisti riflessivi, per diffondere un
sapere prof.le utile ad introdurre un linguaggio comune a diversi livelli (operativi, gerarchici, ecc.)
Si sente l’esigenza di avere strumenti idonei per “annotare” ciò che si fa e gli obiettivi che ci si
propone; non sempre nei servizi si trovano strumenti idonei a documentare in maniera adeguata.
Spesso c’è raccolta di notizie a “uso e consumo” del singolo operatore, che però sono inadeguati a
una socializzazione delle stesse.
Considerato che la documentazione
– è uno strumento che consente l’esercizio della professione sia in termini di raccolta che di
diffusione e gestione dell’informazione sociale
– e può aiutare allo sviluppo disciplinare della professione (perché fornisce gli elementi conoscitivi
ed esperienziali per teorizzare e socializzare le acquisizioni metodologiche e conoscitive e può
supportare percorsi di formazione permanente e si supervisione tecnico-prof.le)
–> è necessario che diventi un’attivitià sistematica e programmata che accompagna tutte le fasi
del lavoro sociale…
Voi che dite? è fattibile?
le variabili tempo e carico di lavoro non sono state intenzionalmente citate…