Violenza di Prossimità

Torna il v-log di Assistente sociale privato;

Oggi vi proponiamo un webinar gratuito riguardate la violenza di prossimità con l’avvocato Di Leo e l’avvocato Benetti.

Dobbiamo entrare nella logica che non c’è un solo tipo di violenza; questa non può ridursi ad un solo appellativo “violenza sulle donne”, di ciò  se ne è occupato anche l’ONU, esprimendosi con una terminologia che, ad oggi, appare un po’ superata, come la violenza domestica.Oggi si parla di violenza di prossimità, perché con l’evoluzione del concetto di famiglia, era essenziale trovare termini più comprendenti.

L’approccio per far fronte a questa problematica è un integrato fra più professionisti ( assistenti sociale, psicologi, avvocati, mediatori familgiari); il lavoro di rete risulta essere il migliore per agire in questo tipo di situazioni.

FORME DI VIOLENZA

Definire il concetto di violenza prossimità è complesso, ad oggi possiamo parlare di quattro forme  violenza

-violenza fisica

-violenza psicologica

-violenza economica ( es. forme di controllo del conto corrente)

-violenza sessuale

Sono molti anni che lavoriamo con la violenza, collaboriamo con i centri antiviolenza e abbiamo capito come non esiste un “buono e un cattivo”, ma c’è una posizione di asimmetria nella coppia; un componente della coppia si pone in una posizione dominante, e uno in una posizione vittimistica.

Walker Lenor ha definito il ciclo della violenza  

I professionisti devono conoscere al meglio queste tre fasi , perché è importante capire dove si trova la persona che chiede aiuto:

-ESPLOSIONE DELL VIOLENZA

.-LUNA DI MIELE

-INALZAMENTO DELLA TENSIONE.

Queste tre fasi ci aiutano anche a comprendere il comportamento ambivalente delle vittime.

Come capire se una persona è vittima di violenza?

Per capire se una persona è vittima di violenza è importante fare attenzione al linguaggio verbale  e non verbale. e far attenzione ad alcuni indicatori. Il problema principale è che le vittime non si riconoscono come tali; mettono in atto un comportamento definito ASSUEFAZIONE ALLA VIOLENZA, che non ha nulla a che vedere con il sano conflitto nella coppia.

Per questo è importante lavorare in maniera sinergica con altri professionisti, e soprattutto formarsi. Noi ad esempio siamo avvocati, ma anche mediatori famigliari e counselor.

Molto spesso chi è vittima di violenza, non capisce che è dentro ad una situazione patologica; quando soprattutto la vittima si trova dentro la luna di miele, pensa di poter migliorare il carnefice, ma non è cosi.

SINDROME DELLA VIOLENZA APPRESA

La sindrome dell’impotenza  appresa, teorizzata da Seligman, ci porta a riflettere su come chi subisce una violenza, ormai accetta, e si colloca in uno stato reprissivo e di accettazione passiva, perchè sente di non avere più risorse per reagire.

Subire violenza lascia segni nella psiche umana irreversibile, inoltre la violenza psicologica, è molto più potente della violenza fisica.

Cosi come la violenza sessuale che avviene all’interno delle mura domestiche, lascia segni importanti più della violenza sessuale perpetrata da sconosciuti.

ADR: MODALITA’ DI RISOLUZIONE ALTERNATIVA DELLE DISPUTE.

L’art 48 della Convezione di Instanbul 

Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo destinate a vietare i metodi alternativi di risoluzione dei conflitti, tra cui la mediazione e la conciliazione, per tutte le forme di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione.

2 Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo destinate a garantire che, se viene inflitto il pagamento di una multa, sia debitamente presa in considerazione la capacità del condannato di adempiere ai propri obblighi finanziari nei confronti della vittima

Il concetto di conflitto e violenza non va confuso; dove c’è conflitto, può non esserci violenza passiva di uno dei due partner, ma entrambi possono avere una modalità conflittuale errata.

La mediazione familiare non può agire in situazioni di asimmetria, ma è utile laddove i due partner sono nella stessa posizione.

La Coordinazione genitoriale, agisce in situazioni di alta conflittualità.

Molto spesso la vittima, pur di non  creare situazioni di violenza. si mostra disponibile a sottostare a tutte le soluzioni date

La mediazione familiare è fondamentale, ma non si usa per far fronte alla situazione già altamente conflittuale.

QUANTO INFLUISCE IL FATTORE CULTURALE?

La cultura è fondamentale; bisogna lavorare, per cambiare la cultura di base, partendo dalle scuole ad esempio.

La legge CODICE ROSSO ha previsto dei meccanismi per il quale il maltrattante è incentivato ad accedere a percorsi terapeutici per superare le dinamiche conflittuali; si è visto infatti che normalmente vittima e carnefice tornano insieme, o questi  formano altri nuclei familiari, dove , se non affrontati vengono riproposti i stessi schemi violenti.

Un enorme passo avanti se pensiamo che fino al 1975 era in vigore il DELITTO D’ONORE.

Il cambiamento culturale riguarda il riabilitare il carnefice, che può essere anche un papà, che ah creato una violenza assistita.

Poi c’è il tabù delle mamme violente  nei confronti dei figli, anche qui è essenziale un cambiamento culturale.

Come professionista è importante formarsi, e chiedere una supervisione laddove ci troviamo ad affrontare situazioni che non conosciamo.

COSA NE PENSI?

TrovI un modulo sulla violenza di prossimità tenuto dall’avvocato Benetti e Di Leo all’interno del corso di Coordinazione genitoriale di Assistente sociale privato

GUARDA TUTTI I VIDEO SU YOUTUBE